Fidel Castro compie 90 anni sabato, ma si è già congedato (o ha fatto finta di farlo) a piccoli passi. A partire da dieci anni fa quando, a causa di un intervento chirurgico complicato, aveva ceduto il potere “provvisoriamente”, disse allora, al fratello Raul, che poi nel 2008 è stato nominato presidente e ha avviato le riforme economiche che hanno portato all’avvio deconomiche che hanno portato all’avvio della normalizzazione delle relazioni con gli Stati aveva sfidato per 47 anni.
E se in questo lungo periodo al potere il ‘lider maximo’ ha sempre evitato il culto della personalità di altri leader totalitari e Cuba è rimasta priva di statue e foto, oggi la sua immagine campeggia ovunque. Alla vigilia del suo compleanno sono comparsi ovunque cartelloni con la sua foto e le sue citazioni. La televisione di stato trasmette a ritmo continuo interviste sui suoi anni di potere.
Il governo ha lanciato un indirizzo mail per inviargli gli auguri di compleanno (comandante@jovenclub.cu), messaggi che saranno raccolti in un libro. Studenti dell’università di Santa Clara hanno realizzato una app per telefonini che consente di recuperare citazioni dai suoi infiniti discorsi e scritti. La sua casa di famiglia a Biran è stata ristrutturata e nel giardino sono stati piantati alberi. La Federazione degli studenti universitari ha organizzato la festa “Fidel è la mia specializzazione” in cui saranno messi in vendita libri, bandiere, foto e cappelli dedicati al ‘lider’.
E sabato Cuba si trasformerà in un gigantesco concerto: dalle dieci del mattino di sabato il paese intonerà all’unisono, guidato da oltre cento cori di voci bianche e band, diversi pezzi musicali. Centri culturali, piazze, parchi, si trasformeranno in sale da concerto. La via storica di Dos Rios sarà percorsa da una trentina di ragazzi che leggeranno testi di Josè Marti e di Fidel.
Il suo ultimo discorso il ‘lider maximo’ lo ha pronunciato ad aprile, di fronte agli oltre mille delegati del partito, a chiusura del settimo congresso che si è svolto all’Avana. “Forse questa sarà l’ultima volta in cui parlo in questa stanza. Presto compirò 90 anni. Non mi aveva mai sfiorato una tale idea e non è stato il frutto di uno sforzo, è stato il caso. Presto sarò come tutti gli altri, il momento arriva per tutti”, aveva detto, con parole accolte da una standing ovation che sembravano anticipare quella che con un eufemismo, a lungo negli Stati Uniti, è stata definita come la ‘soluzione biologica’ al problema cubano.
“Il tempo arriva per tutti noi, ma le idee dei comunisti cubani rimarranno come prova che su questo pianeta, se sono incarnate con molto lavoro e con dignità, possono produrre i beni materiali e culturali di cui gli esseri umani hanno bisogno”, aveva però aggiunto Fidel, con indosso la casacca di una tuta (adidas blu elettrico) che ha ormai sostituito la divisa verde militare da ‘lider’ con cui rovesciò nel 1959 Fulgencio Batista.
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