Il segretario di Stato americano John Kerry ha firmato: il Paese verrà rimosso dalla blacklist sul terrorismo, come aveva già preannunciato Obama al Congresso che aveva 45 giorni di tempo (scaduti oggi) per opporsi.
WASHINGTON – Cuba non è un Paese per terroristi. Da oggi lo dicono gli Stati Uniti. L’ordine di rimozione del paese centroamericano dalla lista nera degli Usa sul terrorismo è stato firmato oggi dal segretario di Stato americano John Kerry. Prosegue il disgelo tra l’Avana e Washington, dopo l’annuncio della riapertura delle ambasciate dei due Paesi, legata però a questo importante sigillo, oggi nero su bianco.
Depennare Cuba dall’elenco, infatti, era una condizione posta da Raul Castro per la successiva riapertura delle sedi diplomatiche e l’intenzione di trasformarla in realtà era stata espressa al Congresso dal Presidente Obama 45 giorni fa. E’ scaduto oggi il periodo di attesa nel quale il Congresso avrebbe potuto opporsi alla decisione. Deputati e senatori americani avevano tempo fino a oggi, 29 maggio, per intervenire e non lo hanno fatto, lasciando intendere che il processo di riavvicinamento tra i due Paesi, che non hanno rapporti diplomatici completi dal 1961, procede senza intoppi.
Una svolta storica nei rapporti tra i due Paesi, sancita da una calorosa stretta di mano e da un incontro bilaterale le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Barack Obama e Raul Castro, il primo dopo 50 anni. I due Presidenti si sono parlati di persona a Panama, durante il summit delle Americhe.
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