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FESTEGGIANDO SAN LAZZARO TRA CATTOLICESIMO E SANTERIA

FESTEGGIANDO SAN LAZZARO TRA CATTOLICESIMO E SANTERIA

16 Dicembre 2014 Cubaqui 0

L’Avana 16 dicembre 2014 –
Ore 20.25,
In una casa alla strada di Nenita e Florian si festeggia la Vigilia di San Lazzaro.
Preparato l’altarino al Santo tra i piú popolari di Cuba, inizia la festa a suon di tamburi e güiro. La gente del vicinato entra pian pianino, mentre l’atmosfera si riscalda sotto i cori scanditi dal battito delle mani. Gesti, simbologie, musica e ovviamente tanto ron. Ciascuno prima di entrare in casa si asparge la fronte e il corpo con dell’acqua contenuta con un mazzo di yerba buena in una bacinella posta all’ingresso della casa. Ci si lava simbolicamente dal male che si ha dentro per scacciarlo fuori di casa con decise geste manuali. Ci si avvicina all’altarino e si lascia in un cestino qualche moneta come offerta.
La devozione del popolo si manifesta cosí, bambini e grandi, vestiti carini per l’occasione participano a questo grande momento preparatorio aspettando la mezzanotte, Festa di San Lazzaro.

 Ogni anno il 17 dicembre, San Lazzaro, è per i cubani un giorno speciale.
San Lazzaro è il protettore degli ammalati, dei sofferenti. In migliaia si recano al santuario del Rincòn a lui dedicato a               mostrare la loro devozione, nonostante nessuna guarigione miracolosa si sia mai verificata in questo luogo. Sotto lo sguardo severo di un esercito di poliziotti e funzionari del governo, ininterrottamente per due giorni i pellegrini affluiscono in un crescendo emozionante, che vede il suo apice alla mezzanotte del 16 dicembre, quando si saluta il giorno di San Lazzaro. Alcuni, animati da un incrollabile fede, incitati dalla folla, avanzano strisciando, in ginocchio, trascinando pesanti pietre legate alle caviglie. Altri partono da luoghi lontani, settimane prima. Compiono la “promesa” in segno di massima devozione. Nelle cassettine o nei sacchi che trascinano lungo la strada, raccolgono denaro sigari candele bottiglie di rum, da offrire al Santo.

Fiori di girasole, gladioli bianchi, millo e azucena sono i fiori che adornano l’altarino con un bicchiere di vino, un bicchiere di acqua con la collanina del rosario, una cesta di frutta, una torta, sigari di cui uno sempre acceso e candele ovviamente. Infine un specie di gessetto bianco, ottenuto esiccando cortecce di uova impastate con acqua benedetta e nuevamente esiccato, per segnarsi una croce in qualche parte del corpo come buon auspicio.

Il ritmo incalza, tutti ballano, cantano fanno festa a San Lazzaro, “Ven ven yo quiero bailar con l’amiga muerte” (Vieni vieni, io voglio ballare con l’amica morte) versa una canzone.

Ad un certo punto Iliana, accentua particolarmente i movimenti, gira vorticosamente la testa, allarga e strige le braccia violentamente. Nenita si accorge che la sorella sta ballando un pó strano e la abbraccia cercando di contenerla. Ma Iliana continua e si inginocchia davanti al Santo e va da una parte all’altra della sala. Chiedo a Gabriele “que pasa” (che sta succedendo) e lui mi risponde che uno spirito si era inpossessato del corpo di Iliana peró ora è giá tutto finito. Gli domando: “ma accade sempre a lei questa cosa?” e lui mi risponde che no, puó accadere a tutti in questa occasione.

Nel frattempo ricompare Iliana che mi passa velocemente davanti con una espressione un pó tirata per uscire un pò fuori di casa.

Tutto prosegue normalmente senza interruzione e sotto gli occhi affatto disturbati di bambini e convenuti. Tutto normale mi dice Cristian, un bambino di 10 anni, dolcissimo, figlio di Nenita
Cosí si mescolano santeria e religione nell’antica festa dedicata a un santo cattolico.


La Santeria, o “Regla de Ochas” la religione più diffusa a Cuba è frutto del sincretismo religioso. Una sorta di fusione determinata dalla convivenza forzata, tra religione cristiana (introdotta dagli spagnoli ai tempi della conquista) e la religione degli schiavi della tribù Yoruba, che lavorarono nelle piantagioni dell’isola nei secoli successivi. Gli spagnoli cercarono, con la forza, la cristianizzazione degli schiavi, che apparentemente si convertirono, continuando a venerare segretamente i propri “Orichas”(le divinità Yoruba). Nell’evoluzione di questa situazione, i discendenti degli schiavi cominciarono a considerare sempre più i santi cattolici come una differente manifestazione degli “Orichas” yoruba, e a venerarli in egual misura, dando vita alla religione afro-cubana, la “Santeria” appunto.


Il ritmo non demorde, anzi, anch’io ballo. Ma ora tocca ad un’altra ospite, Elena. Si, la cugina di Nenita perde le forze e quasi sviene sotto l’assordante güiro che l’accompagna ad accasciarsi a terra. Gli tolgono le scarpe e Gabriele l’accompagna fuori, poi rientra e mi dice. “uno mas” come a dirmi: “visto, é suceso ad un altro ancora”.

Rientra Elena con gli occhi lucidi e si abbraccia con la cugina Nenita, poi Nenita si avvicina a me e mi dice che mai gli era capitato alla cugina questa cosa, era stata la prima volta. Allora io le domando se mai fosse capitato a lei. E lei mi risponde di no perché quando sente che sta per sucedere si autocontrolla e non si lascia andare.

La festa continua, gente che entra e gente che va.

Nenita dice che questa é la sua festa e tiene tutto sotto controllo perché non ci siano degenerazioni alcune e invita energicamente a prendere la via della porta di casa ad una vecchietta un pó ubriaca giá dall’inizio della festa perché ha dato “una pinaza” (un pugno) ad un bambino.

Esco anch’io un pó fuori di casa a prendere una boccata d’aria, faccio 4 metri e nell’androne di un portoncito é allestito un altro altare a San Lazzaro, mi fermo nei pressi 2 – 3 minuti e vedo passare e fermarsi in raccoglimento coppie di giovanni, famigliuole che lasciando qualche moneta suonano un pó le maracas che stanno li e vanno via. Faccio altri 50 metri e in un angolo della strada (calle Monserrate isq. San Juan de Dios) un altro altare dedicato a san Lazzaro peró questo molto piú grande e con la statua a misura d’uomo, mi sembra quasi di “fare i sepolcri”.

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