L’Associazione CubAqui rimette in esposizione presso la propria sede la mostra fotografica “Il viaggio del Papa a Cuba” – 21/25 gennaio 1998
UN ABBRACCIO ATTESO DA SEMPRE
Giovanni Paolo II e Fidel Castro si incontrano per la seconda volta dopo la visita del Presidente cubano in Vaticano, avvenuta nel novembre 1996. Il feeling che c’è tra i due personaggi non è un mistero per nessuno. Il Papa e Fidel si salutano con simpatia e si sfidano con durezza.
Fidel Castro:
“……Cuba è riuscita a costituire una nazione a dispetto delle condizioni estremamente difficili in cui si è ritrovata ad operare, lottando da sola con insuperabile eroismo per la propria indipendenza: Soffrì per questo esattamente cento anni fa, un autentico olocausto nei campi di concentramento, dove perì una parte consistente della sua popolazione, soprattutto donne, anziani e bambini: crimine commesso dai colonizzatori, che non cessa di essere mostruoso per il fatto di essere stato dimenticato dalla coscienza dell’umanità. Lei, figlio della Polonia e testimone di Oswiecim, lo può comprendere meglio di chiunque altro. Oggi Santità si tenta di nuovo il genocidi, pretendendo di prendere per fame, malattia e asfissia economica totale un popolo che rifiuta di sottomettersi ai dettami e al comando della più grande potenza economica, politica e militare della storia. Molto più potente dell’antica Roma, che per secoli fece divorare dalle fiere coloro che rifiutavano di rinnegare la propria fede, come quei cristiani ferocemente calunniati per giustificare i crimini anche noi, calunniati come loro, preferiremmo mille volte la morte piuttosto che rinunciare alle nostre convinzioni…….”
CUBA SI APRA AL MONDO E IL MONDO A CUBA
Giovanni Paolo II va oltre. Guarda al futuro e dice ai cubani che devono essere protagonisti della propria storia. Viene con l’unico scopo di annunziare la verità sull’uomo, con l’auspicio che Cuba si apra al mondo e che il mondo si apra a Cuba.
Giovanni paolo II:
“…..Nel concepimento del mio ministero, ho sempre annunciato la verità su Gesù Cristo, il quale ci ha rivelato la verità sull’uomo, la sua missione nel mondo, la grandezza del suo destino e la sua inviolabile dignità. A tale proposito, il servizio all’uomo è il cammino della Chiesa. Oggi vengo a condividere con Voi la mia profonda convinzione che il messaggio del Vangelo conduce all’amore, alla dedizione, al sacrificio e al perdono, in modo che se un popolo percorre questo cammino vuol dire che è un popolo che ha la speranza di un futuro migliore. Perciò, fin dai primi momenti della mia presenza fra di Voi, voglio dire con la stessa forza del mio Pontificato: “Non abbiate paura di aprire il vostro cuore a Cristo”, lasciate che Egli entri nella vostra vita, nelle vostre famiglie, nella società, affinché in questo modo tutto venga rinnovato. La Chiesa ripete questo appello convocando tutti senza eccezione: persone, famiglie, popoli, affinché seguendo fedelmente Gesù Cristo incontrino il senso pieno della loro vita, si pongano al servizio dei loro simili, trasformino i rapporti familiari, lavorativi e sociali, il che andrà sempre più a beneficio della Patria e della società………”
“……..Ai nostri giorni nessuna nazione può vivere sola. Per questo, il popolo cubano non può vedersi privato dei vincoli con gli altri popoli, che sono necessari per lo sviluppo economico, sociale e culturale, soprattutto quando l’isolamento forzato si ripercuote in modo indiscriminato sulla popolazione, accrescendo le difficoltà dei più deboli, in aspetti fondamentali come l’alimentazione, la sanità e l’educazione. Tutti possono e devono compiere passi concreti per un cambiamento in tal senso. Che le nazioni, e soprattutto quelle che condividono lo stesso patrimonio cristiano e la stessa lingua, lavorino efficacemente per estendere i benefici dell’unità e della concordia, per unire gli sforzi e superare gli ostacoli affinché il popolo cubano, protagonista della sua storia, mantenga rapporti internazionali che favoriscano sempre il bene comune. In tal modo si contribuirà a superare l’angoscia causata dalla povertà, materiale e morale, le cui cause possono essere, fra le altre, le ingiuste disuguaglianze, le limitazioni delle libertà fondamentali, le spersonalizzazioni e lo scoraggiamento degli individui, e le misure economiche restrittive imposte dall’estero del paese, ingiuste ed eticamente inaccettabili…..”
Ingresso libero
Orari di apertura
10.00 – 13.00
17.00 – 20.30
Foto realizzate dal fotografo ufficiale della Santa Sede Arturo Mari, e gentilmente rilasciate per l’esposizione dalla Citta del Vaticano.
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